martedì 19 marzo 2013

Odi et amo.

Secondo Empedocle alla radice del ciclo cosmico vi sono due forze divine, Amore e Odio, che uniscono e separano gli elementi primordiali. 




Non esiste una vita tutta d'amore,
unità indifferenziata di cose belle,
autosufficiente, e solitaria,
abbagliante.

Non esiste nemmeno una vita fatta di solo odio,
guerra permanente,
meschina, e solitaria,
informe.

La vita esiste quando c'è un rapporto dialettico tra Amore e Odio. 
La vita normale, insomma. 


Amo le vite degli altri. Amo quando mi fanno entrare, con cortesia, dalla porta e girovagare per le loro stanze dell'anima. Mi piace anche intrufolarmi dalla finestra.
Odio le porte chiuse.

Amo quando le mie amiche si avvicinano sornione: Come va?, e non vogliono sapere cosa non va ma come fare per fare andare meglio le cose.
Odio chi si preoccupa per me, e mi dice: Quanto sei dimagrita, Non hai ancora perso tutti i chili, eh? Non esci mai, Ma com'è che non sei mai a casa? I bambini fanno dimagrire, i bambini fanno ingrassare, ma è tutta colpa tua, devi pensare più/meno a te stessa.

Amo babyP, a modo mio.
Odio chi mi dice come devo amare babyP, a modo loro.






Amo fare qualcosa di eclatante, una volta e poi basta, una cena stellata, una storia illustrata per babyP, un abito scollato sulla schiena e tacchi alti, una corsa di otto chilometri, cucire un bottone alla camicia di mio marito.
Odio la costanza; ho solo bisogno di essere eccezionale un giorno all'anno.

Amo chiamare babyP per quella che è: un essere umano, piccolo e grazioso.
Odio gli epiteti: bambolina, patatina, signorina, principessina, batuffolina, e quell'espressione mortifera: Sembra dipinta.

Amo la campagna siciliana, perché è vicina al mare.
Odio dover stare al buio, la notte, nella campagna siciliana che brulica di insetti terrificanti, e non poter leggere prima di addormentarmi.




Amo la solitudine, soprattutto ora che è diventata merce rara.
Odio stare sola perché divento inconcludente. Inizio a chiamare (Dove siete? Cosa fate? Ma quando tornate?), leggo due pagine di un libro, scendo a buttare la pattumiera, faccio il refresh di Facebook, Twitter, Gmail sperando che qualcuno voglia comunicare con me, decido quale film guardare, mi perdo tra le recensioni dei critici, noto che sui rubinetti del bagno c'è il calcare, decido di impastare una pizza ma non ho la farina, invio messaggi demenziali alle mie amiche – senza parole, solo emoticon -, guardo l'ora (Ma come mai non sono ancora tornati?), sorseggio il té e poi lo lascio raffreddare senza finirlo, compilo un'ordinata lista della spesa che farò dopodomani, clicco qualche mi piace alle foto dei miei colleghi, di mia cugina e dell'amica del mare. E, finalmente, loro tornano. Proprio quando avevo trovato cosa mi sarebbe piaciuto fare.

Amo l'acqua gasata, la birra Moretti e la Coca Cola zero. Non è una questione di bollicine.
Odio lo champagne.

Amo la mia città.
Odio pensare che starò qui per sempre. Esco dal portone, e sogno di affacciarmi sul pontile di Alicudi, o farmi un giretto al Centre Pompidou.





Amo leggere con babyP: io leggo parole, lei immagina mondi che vanno al di là delle parole.
Odio la fiaba della buona notte, sempre la stessa, non devo sgarrare; lei non ammette variazioni: c'era una volta un pipistrello che dormiva a testa in giù, con le zampe all'insù, e sognava tutto al contrario.

Amo la piscina, acqua clorata che disinfetta i pensieri.
Odio le persone che s'infilano nella "mia" corsia. Quelli con la pancia prominente e le mani simili a palette che creano vortici, onde, spruzzi.

Amo le navigazioni notturne. Quelle dove io, verso mezzanotte, saluto tutti e m'infilo a prua. Mi sveglio il mattino seguente, e scopro dove il vento mi ha portato.
Odio dover essere di compagnia durante le navigazioni notturne. Mi lamento che il pozzetto è umido, vedo luci di transatlantici ovunque, mi lascio sfuggire i delfini perché mi ero appisolata. A un certo punto, vengo invitata a scendere in cabina.





Amo le mattine, assetate delle ore che verranno, quelle mani sulla faccia, mi aprono gli occhi, altre mani sulla faccia, buongiorno amore mio.
Odio amare le mattine perché mi fa sentire vecchia: un tempo amavo le notti.





Odi et amo, e non mi tormento.



16 commenti:

  1. Anche io come te odio e amo, perché le contraddizioni aiutano a rimanere vivi, e poi si chiamano sfaccettature...:) (o almeno è quello che mi ripeto quando noto quanto sono contraddittoria!;) ...)

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  2. Odio e amo anch'io tante tantissime cose...e sono curiosa per il nome di tua figlia.

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  3. Io amo sentirmi libera di poter amare e odiare ciò voglio, senza dover fare i conti con i pregiudizi o i commenti non richiesti delle altre persone!
    Brava :-)

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  4. Amo questo post perche' odio gli assoluti.

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  5. Amo questo tuo bellissimo "racconto di te"..l ho letto tutto d un fiato...odio scoprire così quante cose abbiamo in comune!!!
    Odio.....mmm...quando parli male dell acqua gassata....io La amo aanche fuori dai pasti. .
    Tanti bAciiiiiiiiii

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  6. Bentrovata! Mi piacciono le tue contraddizioni perche' la vita è contraddizione e te lo dice una che e' gia' a buon punto del viaggio!

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    1. Evviva! Sono in buona compagnia allora, in questo viaggio.

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  7. Amo leggere tutto d'un fiato, senza affanno, come ho appena fatto qui.

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