domenica 30 settembre 2012

Tutti gli uomini sono mortali. Socrate è un uomo. Dunque Socrate è mortale.

Ci sarà il concorso per i prof, e la preselezione si baserà in gran parte sui test di logica.
È ora di esercitarsi.
Io : logica = babyP : astrofisica (e a tutto il resto dello scibile umano, a parte il verso, ossessivo, del cane).

Per fortuna, a scuola una collega (mamma) è venuta in soccorso alle mie lacune ponendomi la risoluzione di un sillogismo delizioso. 
"Come si chiama quella collega carina, sempre vestita bene?", le ho domandato.
E lei:
"Nessuna prof si veste così bene" (premessa maggiore)
"Nessuna mamma ha tempo di vestirsi così bene" (premessa minore)
" Ergo, non è una prof né una mamma" (conclusione)

Non bisogna guardare ai contenuti dei sillogismi bensì alla loro pura forma, come da logica aristotelica classica, ma, in certi casi, è doveroso smentire la deduzione idiota.
È vero, ci sono prof vestite malissimo e e mamme sciatte (la minoranza: io le vedo tutte bellissime, magrissime, biondissime): io, a volte, sono entrambe.

La calzatura tipica della prof, normalmente in versione taroccata, e infilata con leggiadria in un calzino multicolore. 

Foto d'archivio con leggins d'ordinanza, da decreto ministeriale del Ministero dell'Istruzione e del ComitatoMammeSciatte.

L'identità mamma-eroina dei due mondi, troppo stanca per cambiarsi i collant smagliati, troppo oberata per non farsi la tinta (magari un po' in ritardo, eeehm), troppo stressata per non cambiarsi la maglia con le stelline (di pasta) appiccicate, è un paralogismo ovvero un ragionamento erratissimo.

Ci sono donne super curate, con quattro figli (e probabilmente quattro tate che badano ai pargoli, ma non importa), e donne trasandate che non hanno manco un pesce rosso (ma magari quattro amanti, una carriera, un frigo vuoto, tra cui districarsi, e importa tantissimo). Non divido il mondo in due, io, tengo ben presente che Mani, fondatore del Manicheismo, morì dopo giorni e giorni di tortura.

Comunque, c'è una donna né modaiola né sciatta, ma mamma e prof, che deve farcela a concludere dignitosamente un sillogismo, e che stamattina era in splendida forma alle 5.41 in attesa della metropolitana.




Pure fresca di parrucco, alle 5.41. E con il cervello che lavora: "il Patto Gentiloni, il Nous di Anassagora, ohhhhh, ho scordato il latte fresco per babyP!"




BabyP collabora al sogno del tempo indeterminato di sua mamma, estrapolando dalla logica medievale il quadrato degli opposti. Nessuna prof ha delle belle scarpe (universale negativa)/Qualche prof ha delle bellissime ballerine da ballerina vera come sua figlia (particolare affermativa): rapporto di sub-alternatività: + 1 punto.

















domenica 23 settembre 2012

L'uomo (seppur infante) è ciò che mangia.


Feuerbach, per rafforzare la sua tesi materialista-atea (homo homini deus est, addirittura), sosteneva che l'uomo è ciò che mangia. Il filosofo voleva chiudere il capitolo idealistico dell'uomo considerato Spirito, Idea, Pensiero puro.

Se si organizza un festa per bambini di un anno, bisogna rammentare l'insegnamento di Feuerbach. 

Nessuna elucubrazione sull'animazione per i bimbi: manipolatore di palloncini? truccabimbi? babydance? pignatta? burattini? mascotte gigante di Hello Kitty? mago? zucchero filato?
Nessuna preoccupazione per la sicurezza dei piccoli: nessun genitore sarà condannato alla sorveglianza, bensì saranno tutti liberi di confrontarsi su asili nido-tate-nonne, sparlare delle suocere, esaltare le gesta dei loro pargoli, sognare il giorno in cui non saranno più invitati alle feste. E sorseggiare pure una birretta alle 4 del pomeriggio.
Nessuno pensiero per cosa faranno i bambini, se litigheranno, se rideranno, se si butteranno giù dalle scale. 

Il bambino è ciò che mangia, e chili di focaccia gli bastano per socializzare, per trascorrere un intero pomeriggio senza mai piagnucolare, per non pensare alle divisioni tra sinistra e destra hegeliana. Per essere felice, insomma.


Tendenze anti-idealistiche di babyP.
BabyP opta per la focaccia anche nell'attesa della torta. 



sabato 8 settembre 2012

Cosa facciamo?

Oggi sono tornata a lavorare, modello di professoressa precaria: spezzone orario, paese di provincia distante 50 chilometri da casa, spostamenti azzardati con mezzi alternativi alla macchina. E, dulcis in fundo, inizio della scuola anticipato di una settimana: ho afferrato il registro intonso e mi sono calata nei panni della professoressa, quando pensavo di dover solo dare un'occhiata in giro.
Mi sono sentita subito a mio agio, forse mi mancava sedermi sulla cattedra, fare lo sforzo mnemonico d'imparare un centinaio di nomi fin dal primo giorno, far rispettare la lista d'attesa per il bagno, chiedere a che ora suona l'intervallo (e quanto dura), sentirmi dire "sembra simpatica, prof... ma dà le insufficienze? ha mai bocciato qualcuno? ci porta in gita?". E cose così, che si fanno il primo giorno, quando pensavi di essere ancora in vacanza.

Ho trascorso quasi un anno - intenso - dedicandolo a mia figlia, e ora mi ritrovo questi 16-18enni che i versi degli animali li conoscono già ma hanno un inconsapevole, disperato bisogno di sapere che Eraclito morì divorato dai cani dopo essersi cosparso di letame e che Napoleone amò fino all'ultimo solo la sua Josèphine ("Francia, esercito, Josèphine").
Ce la farò, e pure babyP ce la farà, vestita a pois e righe e quadretti dal padre e poi intrattenuta dalla nonna. 
Ma io e babyP ce la faremo insieme? E cosa faremo? Sarò più stanca dopo aver spiegato 15 volte il sistema hegeliano? Ed essermi svegliata alle 5, e aver pensato a cosa cucinare sul treno, e aver sopportato l'inquinamento acustico del collegio docenti? 

Le madri tornano a lavorare, e sono pure felici, ma arrivano a casa e si annichiliscono di fronte al figlio che le aspetta saltellando, battendo le mani, urlando "COSA FACCIAMO, COSA FACCIAMO?". Le madri vorrebbero stravaccarsi sul divano per due ore, e poi uscire con le amiche per un aperitivo, ma poi leggono in quel baillame l'amore, e si mettono a saltellare, battere le mani, e fare, fare. 

Io mi affanno, strafaccio, pianifico. Ma, a volte, non ci sono davvero per lei. 
Questo blog è per imparare a fare di meno, ed esserci di più. A usare l'immaginazione. A meravigliarci come fanno i veri filosofi e i bambini.

Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia. (Aristotele, Metafisica)

Oggi spiego a mia figlia quant'è difficile fare la prof, a cominciare dall'appiccicare le etichette sul registro. Meno male che ci sono le istruzioni, da seguire pedissequamente, soprattutto per creare il "cavalierino (segnacolo)".


BabyP riesce ad attaccare le etichette senza leggere le istruzioni, a differenza dei professori.