Bertrand
Russell confessò di non essere nato felice. Fu un bambino, e un
adolescente, infelice, tanto da pensare più volte al suicidio. Poi,
crescendo, scoprì qual era il segreto per conquistare la felicità:
distogliere l’attenzione da sé (sui miei
peccati, le mie follie, le mie manchevolezze)
e concentrarsi sul mondo esterno.
BabyP
è nata felice.
È
nata in una mattina di fine estate piena di luce, una luce dolce come
il succo di una nespola stretta in un pugno.
Quella
mattina di fine estate mi sono preparata con calma, lievemente
distaccata dal mio corpo, la pancia leggera, senza paura. Mi sono
spazzolata i capelli e li ho attorcigliati sulla sommità del capo
simili a un nido, ho spalmato la crema idratante sul viso e sul
corpo, e ho scelto una camicetta con le maniche a sbuffo.
Sono
salita in macchina e lui guidava piano, come fosse l’inizio
di un viaggio senza meta, dove si può deviare dall’autostrada per
prendere un cappuccino e un panino alla mortadella in quel
bar-alimentari con l’insegna che dondola sulla piazza del paese.
Attraversavamo
un viale alberato, con alberi gentili e palazzi di inizio novecento
con vetrate colorate e fiori dipinti verdi, rosa e azzurri e balconi
in ferro. Un signore con delle sporte vuote ci ha fatto cenno di
passare, abbiamo restituito la cortesia, e siamo stati per
qualche minuto a gesticolare passa tu, no tu, finché lui si è
deciso e ha attraversato la strada agitando le braccia con le borse
appese per salutarci.
Osservavo
un giorno nuovo, gli alberi, le case e le persone che lo abitavano, e
più mi concentravo su quei particolari più mi estraniavo da me
stessa. Chissà dove mi porta, questo giorno.
Poi
mi è sembrato di sentire - per la prima volta - la voce di una bambina: In una mattina così, non può succedere nulla di brutto, e
mi sono stretta la pancia come a dirle ho capito, allora andiamo dove
dici tu.
Dopo
poche ore è nata.
L’ho
annusata. Non ho più sentito quegli umori strani di quando eravamo un unico corpo. Ho sentito odore di
sangue e margherite e latte di mandorle. C'era il suo odore.
Ho sentito la mia voce che ripeteva
come una litania il suo nome - babyP babyP babyP - , ho sfiorato un
dito piccolo come un cetriolino sott’aceto. Ho visto un essere
pieno di meraviglia. Era mia figlia, era lei; un nome,
un corpo con le estremità bluacee, un pensiero tutto concentrato sui
particolari della sua vita: un cordone tagliato e un sorriso
stralunato di donna.
Non poteva che profumare di latte di mandorle, la tua piccola quasisiciliana.
RispondiEliminaBuon compleanno Baby P, che l'arte di essere felice ti accompagni per sempre
Grazie, Manuela.
Eliminaciao! sono "Parto da qui" nella figura di Gab :-)
RispondiEliminaBellissimo post! Ne ho sentito tutta la delicatezza e felicità
Grazie!
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