Schopenhauer aveva parlato di compassione, nel senso etimologico del cum-patire (sentire assieme). Si tratta, però, di un atteggiamento volto a fuggire - temporaneamente - dal pessimismo cosmico che ci costituisce: sentiamo assieme agli altri le sfortune della vita, e ci sentiamo più sollevati. Il che può essere consolatorio sul momento, ma non fondativo di una vita etica.
Edith Stein si è dedicata all'analisi dell'empatia definendola come il cogliere un vissuto di qualcun altro in modo non originario, ossia non appartenente alla mia esperienza.
L'elemento fondamentale è che il vissuto non sia da me originato: se lo fosse, risulterebbe essere una semplice con-partecipazione.
![]() |
Per esempio, l'esultare degli ultras per un gol non è ascrivibile all'empatia, bensì si tratta di con-partecipazione. |
L'empatia serve per entrare in contatto col mondo che non è solo oggetto da teorizzare e plasmare secondo i propri scopi, ma è anche un soggetto da incontrare e vivere, lasciandolo essere quello che è.
È la bellezza caotica della diversità depositata nei nostri vissuti. Un regalo che mi offre l'altro, prima che lo giudichi.
È la bellezza caotica della diversità depositata nei nostri vissuti. Un regalo che mi offre l'altro, prima che lo giudichi.
![]() |
L'empatia accoglie drammi ed euforie. Ama il diverso. Evidenzia l'irrepetibilità di ciascuno. |
L'empatia non è solo partecipazione emotiva: è guardare all'altro e alla sua visione del mondo, autentica e fallace come la mia.
Significa rendersi conto che abbiamo bisogno degli altri, e desiderio di sciogliere i loro enigmi.
Spesso non sono empatica per nulla, nonostante voglia che il mondo fosse empatico con me. Soprattutto se trascorro il sabato sera a studiare il feudalesimo e l'apprendimento significativo per il concorso docenti, se ho l'influenza, se babyP ha trascorso la giornata con il padre e io mi sento esclusa, se indosso i leggins e il maglione sformato, se annuso aria di primavera e fuori piove, se il sushi mi è rimasto sullo stomaco, se nessuno mi chiede come sto.
Stasera sono empatica con me stessa e
con lei, che è stufa delle bugie,
e con lei, che ha voglia semplicemente di innamorarsi,
e con lei, che vorrebbe congedare tutti, con educazione, e mettersi in viaggio.
E con babyP che, mentre la portavo a letto, mi ha fissato, scorgendo un accenno d'inquietudine, e mi ha tolto un incorporeo bruscolino dagli occhi.
![]() |
BabyP, invece, non ha bruscolini negli occhi. Ultimamente mangia il burrocacao e parla di leoni a righe e volpi a pois, forse perché sente dentro di sé il mondo. |
Nessun commento:
Posta un commento