La filosofia può risultare antipatica, a volte. Soprattutto quando si mette in testa di demolire certezze credute, abitudine reiterate e scorciatoie per il successo, ovvero i luoghi comuni.
Questa, per esempio, è la vera storia delle mamme del mare di giugno.
Arrivano dopo il dieci di giugno con le
berline color prugna dei mariti. Stringono il volante con entrambe le mani e sfrecciano oltre i limiti di velocità, per allontanare la città, l'ufficio, il
pallore dei loro volti.
Arrivano tutte insieme, le mamme del
mare di giugno, e, una volta scaricate le auto, e i figli, si affacciano
-coraggiose- al loro destino.
Il mare di giugno è liscio come
l'olio, con una miriade di meduse che galleggiano in superficie, simili a piccole orecchie trasparenti.
Il cielo è grigio: grigio topo, grigio
piombo, grigio polvere.
Le mamme del mare di giugno parlano tra loro, senza perdere di vista i bambini. Parlano di quando non avevano tutta quella pelle che pendeva dalla pancia, e di quando il sole macchiava la loro pelle di lentiggini.
Hanno memoria di ogni anno che passa, di ogni ruga e di ogni chilo in più delle altre mamme di giugno.
Le mamme del mare di giugno non occhieggiano più il bagnino, ma l'Iphone.
Le mamme del mare di giugno dicono sì,
sì al gelato al fior di latte, sì alla pistola ad acqua, sì al tuffo carpiato dalla
boa in mezzo al mare, e poi compensano con altrettanti no, no al
secchiello di Hello Kitty, no alla pesca di ricci, no alla gita in pattino. Pronunciano
quei sì e quei no come gli oracoli della Pizia, in uno schema
alogico sempre uguale: dopo tre sì, almeno tre no, e così via.
Le mamme del mare di giugno vanno alla
ricerca dell'esotico, la sera, fasciandosi con leggins di palme,
liane e tucani. Spingono passeggini o stringono piccole mani, e
vagano per il lungomare tra spettacoli di burattini e venditori di
mandorle caramellate.
Con l'imbrunire la nostalgia del
passato, o del futuro, si fa più forte, e allora si siedono ai
tavolini di plastica di un bar, e immaginano di essere
in un chiringuito a Formentera, proprio là dove persero l'innocenza avviticchiandosi a sconosciuti coi foulard colorati attorno al collo e un lieve odore di divanetto da discoteca.
Le mamme del mare di giugno hanno una pila di libri sul tavolino accanto, e Viver sani e belli tra le mani.
Le mamme del mare di giugno, quando non escono, mettono a dormire presto i bambini, per ritagliarsi uno spazio tutto per sé, sul balconcino incastonato tra i palazzoni degli anni sessanta. Si perdono a guardare la luna abnorme comparsa in cielo: trasognate, si domandano perché non ci sia campo.
Un anno, il 2011, - lo ricorda ancora
il bagnino, una mamma di giugno e il macellaio - una delle mamme non si
presentò all'appello.
Secondo il bagnino, un evento
traumatico l'aveva fatta diventare una mamma della montagna di
giugno.
Secondo una mamma di giugno, quella col
trikini e l'abbronzatura a spicchi, era colpa del marito che si era
ingelosito - a torto - perché lei si arrampicava spesso sul trespolo del bagnino per verificare se lassù il cellulare prendesse.
Secondo il macellaio, quello che fa gli
hamburger a formo di topolino apposta per le mamme di giugno, era
colpa dello iodio, che l'aveva portata alla follia.
Però come siamo tristi a volte noi mamme.... Quest'anno sono anch'io mamma del mare di giugno ma solo per una settimana e poi torno ad essere mamma della metropoli estiva;-))
RispondiEliminaSiamo umane, tutto qua.
EliminaCiao...bellissimo post...proprio divertente...brava!!!!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaIo sono fortunata e sono una mamma del mare tutto l'anno (il mare però è più bello in inverno, quando è vuoto, quando ci sono solo le onde e la sabbia).
RispondiEliminaUn abbraccio
Le mamme del mare d'inverno sono fortunatissime.
EliminaMamma del mare di giugno anche io, stordita dalle chiacchiere da spiaggia, in fondo un po' felice di essere tornata nella giungla cittadina.
RispondiEliminaFelice anch'io di essere tornata nella giungla di cemento!
EliminaIo mai mamma del mare di giugno: approfitto dell'asilo fino all'ultimo giorno!
RispondiElimina;-)
Bellissimo racconto, come sempre!!
Un bacio
Grazie, Franci!
Eliminaposso dire che le mamme di giugno mi hanno fatto un po' tristezza
RispondiEliminaUn po' ridere, no?!
EliminaSi ma di quelle risate dal retrogusto un po' amaro, nostalgico
EliminaEsatto!
EliminaLe serate più struggenti della mia vita. Tutta la melanconia dei sedici anni che si ripropone guardando il mare con il cuore sulla battigia e un orecchio ad ascoltare l'interfono.
RispondiEliminaI tuoi commenti sono i più belli del mondo. Mi ricordo ancora quello dell'aria come marmellata ;) Ora ho l'interfono e il cuore sulla battigia!
EliminaL'anno scorso sono stata una mamma di giugno, che in sardegna vuol dire che ero sola con i pensionati, niente bagnino da occhieggiare, niente burattinaio né altre distrazioni.
RispondiEliminaUna noia mortale. Quest'anno vado infatti a luglio!
Ciao Vitto!
Racconta poi com'è andata ;)
EliminaBel post! Ce lo vedo bene un libro dal titolo "La mamma del mare di giugno" (quella che poi si perde ... o forse si ritrova?). Ci vediamo la prossima settimana, Lau :)
RispondiEliminaSi perde, si perde!
Eliminabel post! da figlia del mare di giugno... : ) te lo appoggio, poi io adoro le immagini delle cabine.
RispondiEliminaBuona città, a me manca un mese per il mare.
Resisterò?
http://ilibridisandra.wordpress.com
Grazie, e buona città!
Eliminami viene da piangere. per la nostalgia. perché sarò in città fino ad agosto. perché il mare, anche ad agosto, per le mamme è un mare diverso
RispondiEliminaAspetto il tuo racconto delle mamme del mare di agosto ;)
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