martedì 4 giugno 2013

Il sublime salverà il mondo.

In una certa fase della vita non è più la bellezza a salvare il mondo, bensì il sublime.

È la corruzione. Di quella misura, di quell'armonia, di quel limite che il bello impone.

Un bambino può ancora giocare con la bellezza, e con la verità legata ad essa. 
Un bambino è bellezza visibile.  
E non è per l'odore di cagnolino bagnato, le parole immediate, le dita morbide come gnocchi che ti accarezzano la faccia.
È perché è un puntino ben incastonato nel cosmo




È solo un bambino, e non deve far altro che ridere con quattro denti in bocca, pestare i piedi, e giocare. 
Costruirsi, insomma. Non modificarsi.

Tu che sei un essere adulto, invece, un posto nel mondo non ce l'hai più
Hai costruito per tanti anni, ma poi hai smesso di farlo perché è arrivato il momento di correggere, limare, cancellare. 




Te lo sei detto da solo, e gli altri hanno confermato: non va bene quello che sei diventato.
Troppo magra, dice tua madre.
Troppo egoista, dice tuo marito.
Troppo cervellotica, dice la tua amica.

E ora ti ritrovi a riempire quei buchi di assenza che hai scavato, come in un pezzo di groviera. 

Ti resta il sublime, lo smisuratamente grande e potente.
Ti resta tutto ciò che urta, stride, e fa violenza. 
È la tua ultima speranza: deviare, e minacciare il tuo sistema di autoconservazione fatto di serate davanti alla tivù con la copertina di cachemire, di parole ingoiate, di surgelati cotti in padella.



Come quando tutti quelli che conoscevi ti dicevano "come ti sei sistemata bene". Dal momento che eri intelligente, avevi trovato un lavoro con la tredicesima e la quattordicesima; dal momento che eri graziosa avevi trovato un marito dai modi gentili che ti baciava sulla guancia; dal momento che eri fortunata avevi messo al mondo due bambini così educati che non parlavano mai a sproposito e non si macchiavano col gelato.

Non eri sistemata per nulla: il cervello era finito tra le scapole, e il cuore nella rotula destra. 

Così avevi iniziato a passare le ore su Internet a leggere tutto quello che i liberi pensatori, i viandanti, i poeti e i rivoluzionari offrivano per tenere lontana la morte, e le altre sciagure umane. 
Un giorno uno di quei liberi pensatori iniziò a scriverti delle parole così squallide così patetiche così cacofoniche che provasti paura. Perché lui si era incapricciato di quel cervello tra le scapole e di quel cuore nella rotula destra, di quella voragine di cui ti vergognavi, e che nascondevi. 

Fu una storia sublime e sciagurata, tra due che non s'incontrarono mai, ma che ti rimase incollata addosso così com'era: senza luce, senza forma e senza sicurezza.










17 commenti:

  1. Ma questo blog è il best kept secret dei mummy blog! Sublime, in senso molto pop.
    Torno, torno e torno ancora presto.

    RispondiElimina
  2. Te me fai mori'...
    ps questo post e' splendido... te lo dovevo dire...

    RispondiElimina
  3. E mi chiedo di continuo quando mai troverò il mio posto nel mondo??! Tua fedelissima lettrice

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so se lo troveremo il nostro posto: il bello è cercarlo!

      Elimina
  4. sei brava davvero. Sublime. Mi piace.

    RispondiElimina
  5. Im una storia talmudica un uomo smarrito chiedeva aiuto a Dio: “dove mi trovo?” e Dio gli rispondeva: “devi dirmi tu dove sei nel tuo mondo”.
    credo possa funzionare... :)

    RispondiElimina
  6. Bellissimo... ah no in questo caso meglio dire sublime! davvero

    RispondiElimina
  7. Leggerti mi continua a piacere . ma c'è speranza ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Non ci si deve solo nutrire di speranza, bisogna anche trovare in essa qualcosa da cucinare." (Bloch)

      Elimina
  8. il cuore nella rotula rende proprio l'idea. ma come si fa per riportarlo al suo posto ?

    RispondiElimina
  9. secondo me, la domanda è: c'è un modo per aiutare i bambini di oggi a trovare un posto nel mondo di domani?
    sarebbe bello, sapere che un modo esiste :)

    RispondiElimina