sabato 2 novembre 2013

Siamo due che camminano insieme.

Io e babyP camminiamo per le vie della città, con la sua mano piccola nella mia mano grande. 

Camminiamo senza meta e senza ritmo, strascicando i piedi. 
Siamo libere, in quella forma inconcludente che ci fa percorrere un isolato leggere e canterine e vanitose (ci specchiamo nelle vetrine) e un altro pesanti e uggiose e vergognose (ci fissiamo la punta delle scarpe).

Andiamo avanti, da una piazza a un vicolo, da un vicolo a un ponte, per poi tornare sui nostri passi.

Non cerchiamo niente, neanche la bellezza, ma quella ogni tanto arriva, camuffata da oggetti sospesi per aria o da una ragazzina che ha tagliato da scuola e non cerca niente, neppure lei, solo farsi ferire gli occhi dal sole.




Camminiamo come facevano Rousseau, Kierkegaard e Nietzsche, e tanti altri, per farci delle domande o per smettere di farcele. 
Ognuna cerca di tornare a se stessa, come può.

BabyP, un piede piccolo dietro l'altro, ha bisogno di sapere - perché quel signore ride, perché ora è buio, perché ci fermiamo - . Io, un piede grande dietro l'altro, ho bisogno di respirare e vivere - forse la felicità non esiste, tolgo il tappo della vasca da bagno e mi lascio risucchiare, insieme all'acqua sporca, non lo so, non m'interessa più dare un senso a tutti questi episodi che accumulo, butto le scarpe vecchie e non ci penso più -. 



Dopo un po' che camminiamo, inizio a sentire dolore al braccio, come se babyP mi ancorasse a questa strada, a questa città, a questa vita.
Allora le dico facciamo cambio, e la faccio volteggiare verso l'altra mano, ma poi il dolore si allunga sull'altro braccio, e babyP è costretta a danzare da una mano all'altra. 

Siamo due che camminano insieme, e ogni tanto fa un po' male.




9 commenti:

  1. la sensibilità ! anch'io nei miei vagabondaggi vorrei far ritorno a me stessa ... ma si dice che ci si perde per meglio ritrovarsi ... o ci si ritrova per meglio perdersi
    semplice diretto bellissimo !

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    1. Grazie per il semplice e diretto: sono due cose a cui vorrei tornare.

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  2. secondo me il camminare, il vagabondare per la città. magari con un bimbo per mano, è già un ritrovare se stessi .

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  3. Oltreché semplice e diretto, immagino che sia anche infinitamente vero. Come sempre fai centro. L'orizzonte dei mondi possibili, di quello che sarebbe stato (o meglio di chi saremmo stati) "se" o "ma", è il tarlo delle menti umane. Temo che non ci sia pace per l'uomo (figuriamoci per il filosofo!). Fortunatamente ogni tanto ci sono abbracci e baci e sorrisi (quasi mai parole) al posto giusto.

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  4. eppure da qualke parte, a Torino o altrove, troverai la mappa x tornare a te stessa, semplice e diretta.
    secondo me babyp sarà il tuo rabdomante! :)

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